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Alzata la soglia BIM, cosa cambia da gennaio 2025?

Modifica al Decreto Appalti DLgs 36 del 2023: nuove soglie per l’uso obbligatorio del BIM nelle costruzioni pubbliche e altre novità e correzioni.

Gazzetta Ufficiale

È stata approvata la modifica al Decreto Appalti che riguarda l’uso obbligatorio degli strumenti digitali e del BIM (Building Information Modeling) per le costruzioni pubbliche. Questo cambiamento innalza la soglia che rende obbligatorio l’uso del BIM per i progetti di nuove costruzioni e interventi su edifici esistenti, portandola da 1 milione a 2 milioni di euro a partire dal 1° gennaio 2025. Sono due gli articoli su cui si concentrano le descrizioni legate al BIM, l’articolo 43 e l’allegato I.9.

Articolo 43 – Metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni

A decorrere dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti adottano metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni per la progettazione e la realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti con stima del costo presunto dei lavori di importo superiore a 2 milioni di euro ovvero alla soglia dell’articolo 14, comma 1, lettera a) (5,5 milioni di euro al momento dell’articolo), in caso di interventi su edifici di cui all’articolo 10, comma 1, del codice dei beni culturali, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.

Questo aumento della soglia è stato effettuato per evitare di gravare eccessivamente sulle piccole opere pubbliche; inoltre aiuta le Pubbliche Amministrazioni che stanno lavorando assiduamente per migliorare i processi digitali per poter bandire una gara sopra soglia ma non hanno ancora raggiunto tutti i risultati previsti dalle norme Uni 11337. La digitalizzazione nel settore è una priorità per migliorare l’efficienza e la trasparenza nelle fasi di progettazione e realizzazione delle opere.

Immagini di questo post generate da Copilot

Cos’è il H-BIM e cosa lo lega ai beni culturali?

Il tema dell’HBIM (Heritage Building Information Modeling) è particolarmente rilevante quando si parla di beni culturali e monumenti storici. L’HBIM è una declinazione del BIM pensata appositamente per la gestione di edifici storici, che consente di creare modelli digitali dettagliati e complessi per la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio. Attraverso l’uso dell’HBIM, è possibile non solo rappresentare tridimensionalmente l’edificio, ma anche integrare dati storici e informazioni strutturali che permettono una gestione più accurata e consapevole degli interventi necessari per la sua tutela. Visto l’innalzamento della soglia a 5,5 milioni per questi edifici un rischio è quello di perdere efficientamento su edifici molto importanti; ad ogni modo i beni culturali di maggio valore restano tutelati.

 

ALLEGATO I.9 – Metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni

L’allegato I.9 contiene la parte più tecnica legata al BIM del codice degli appalti e ne definisce le modalità e i termini di adozione. Tra le prime si tratta della qualificazione delle stazioni appaltanti, ossia comuni, regioni ed enti pubblici in genere: le stazioni appaltanti, prima di integrare nei propri processi i metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni, devono compiere i seguenti passi:

  1. Piano di formazione del personale: definire e attuare un piano di formazione specifico per il personale, in base ai ruoli ricoperti, con focus sui metodi e strumenti digitali di gestione delle costruzioni. La formazione deve includere anche il personale che gestisce gli aspetti finanziari e amministrativi, garantendo la professionalità e l’esperienza adeguate, in relazione alle responsabilità sulla gestione informativa digitale.
  2. Piano per strumenti hardware e software: definire un piano per l’acquisizione, gestione e manutenzione degli strumenti hardware e software necessari per la gestione digitale dei processi decisionali.
  3. Atto di organizzazione: redigere un documento che espliciti i ruoli, le responsabilità, i processi decisionali, i flussi informativi, gli standard e i requisiti necessari per ottimizzare l’organizzazione e favorire l’adozione dei metodi e strumenti digitali nelle fasi dei contratti pubblici e nella gestione del ciclo di vita delle opere.

 

L’aumento della soglia per l’obbligatorietà del BIM offre flessibilità per i progetti di piccola e media dimensione, pur mantenendo l’obbligo di digitalizzazione per i progetti più grandi e complessi. É essenziale continuare a monitorare l’efficacia delle nuove norme per garantire che l’adozione del BIM porti a un reale miglioramento nella gestione delle opere pubbliche. Spesso i modelli BIM sono visti come uno degli elaborati in elenco, quando invece da essi discendono tutti i disegni e il coordinamento progettuale. La metodologia BIM resta una delle innovazioni più interessanti nel panorama digitale.

Pubblicheremo altri approfondimenti sui temi dell’Ambiente di Condivisione Dati (ACDat) nei prossimi articoli.