Alzata la soglia BIM, cosa cambia da gennaio 2025?
È stata recentemente approvata una modifica al Decreto Appalti che riguarda l’uso obbligatorio degli strumenti digitali e del BIM (Building Information Modeling) per le costruzioni pubbliche. Questo cambiamento innalza la soglia che rende obbligatorio l’uso del BIM per i progetti di nuove costruzioni e interventi su edifici esistenti, portandola da 1 milione a 2 milioni di euro a partire dal 1° gennaio 2025. Tuttavia, viene prevista una particolare eccezione per gli edifici vincolati come beni culturali, dove la soglia sarà più elevata, ossia 5,5 milioni di euro. Su questa parte legata ai beni culturali saremo più certi in fase di pubblicazione del decreto, ne fanno riferimento solo alcuni siti.
A decorrere dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti adottano metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni per la progettazione e la realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti con stima parametrica del valore del progetto di importo superiore a 2 milioni di euro ovvero alla soglia dell’articolo 14, comma 1, lettera a) in caso di interventi su edifici di cui all’articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42
Questo aumento della soglia è stato effettuato per evitare di gravare eccessivamente sulle piccole opere pubbliche; inoltre aiuta le Pubbliche Amministrazioni che stanno lavorando assiduamente per migliorare i processi digitali per poter bandire una gara sopra soglia ma non hanno ancora raggiunto tutti i risultati previsti dalle norme Uni 11337. La digitalizzazione nel settore è una priorità per migliorare l’efficienza e la trasparenza nelle fasi di progettazione e realizzazione delle opere. Con l’introduzione di nuovi obblighi, verranno anche semplificate le modalità di alimentazione del fascicolo virtuale dell’operatore economico, chiarite le regole per l’accesso alle banche dati nazionali gestite dall’ANAC e ripartiti in modo più razionale i compiti tra il responsabile unico del procedimento (RUP) e il personale delle stazioni appaltanti.
Cos’è il H-BIM e cosa lo lega ai beni culturali?
Il tema dell’HBIM (Heritage Building Information Modeling) è particolarmente rilevante quando si parla di beni culturali e monumenti storici. L’HBIM è una declinazione del BIM pensata appositamente per la gestione di edifici storici, che consente di creare modelli digitali dettagliati e complessi per la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio. Attraverso l’uso dell’HBIM, è possibile non solo rappresentare tridimensionalmente l’edificio, ma anche integrare dati storici e informazioni strutturali che permettono una gestione più accurata e consapevole degli interventi necessari per la sua tutela. Visto il possibile innalzamento della soglia a 5,5 milioni per questi edifici un rischio è quello di perdere efficientamento su edifici molto importanti; ad ogni modo i beni culturali più importanti sono tutelati.
Il precedente limite di 1 Milione
Prima dell’approvazione di questa modifica, il decreto prevedeva che tutte le opere con un valore superiore a 1 milione di euro fossero soggette all’uso obbligatorio del BIM, a partire dal 2025. L’innalzamento della soglia a 2 milioni rappresenta un alleggerimento per le opere più piccole, pur mantenendo l’obbligo di adozione del BIM per i progetti di maggiore rilevanza economica.
Stima parametrica del valore del progetto
Una novità interessante introdotta con la modifica riguarda il metodo di “stima parametrica del valore del progetto”, che sarà determinante per stabilire se un’opera rientra o meno nei limiti di soglia per l’obbligatorietà del BIM. La stima parametrica si basa sull’utilizzo di dati storici relativi a edifici già costruiti e permette di stimare rapidamente i costi e i tempi di un nuovo progetto. Questo metodo è particolarmente vantaggioso nelle fasi preliminari del progetto, quando è necessario disporre di informazioni rapide per prendere decisioni strategiche o formulare offerte competitive.
Tuttavia, la stima parametrica presenta anche alcune limitazioni. La precisione delle stime dipende fortemente dalla qualità dei dati storici utilizzati. Se questi non sono accurati o rappresentativi, le stime potrebbero risultare imprecise. Inoltre, la stima parametrica non considera i fattori qualitativi unici di ogni progetto, come le sfide tecniche o le specificità ambientali, che potrebbero influire sui costi. Per questo motivo, è importante integrare questa tecnica con altre forme di valutazione e con il giudizio degli esperti.
Regole sugli affidamenti di servizi di ingegneria e architettura
Un’altra novità significativa riguarda l’affidamento dei contratti per i servizi di ingegneria e architettura. In questo ambito, si applicano le regole sulla verifica delle offerte anomale, per garantire il rispetto dei principi di equo compenso. Le proposte che risultano non coerenti possono essere automaticamente escluse dalla gara. Per i contratti di importo inferiore a 140.000 euro, soggetti ad affidamento diretto, è prevista la possibilità di ridurre i corrispettivi non oltre il 20% rispetto alle modalità standard definite nel Codice.
L’aumento della soglia per l’obbligatorietà del BIM offre flessibilità per i progetti di piccola e media dimensione, pur mantenendo l’obbligo di digitalizzazione per i progetti più grandi e complessi. Inoltre, l’introduzione della stima parametrica del valore del progetto permette di accelerare il processo decisionale iniziale, rendendolo più efficiente. Tuttavia, è essenziale continuare a monitorare l’accuratezza delle stime e l’efficacia delle nuove norme per garantire che l’adozione del BIM porti a un reale miglioramento nella gestione delle opere pubbliche. La metodologia BIM resta una delle innovazioni più interessanti nel panorama digitale.